Lezioni di Musica
Per commentare questo grande quadro del 1928 bisogna fare un poco di storia …
Primo dopoguerra: il brusco risveglio dagli orrori del ‘15-’18 porta gli artisti ad allontanarsi dalle avanguardie, dal Cubismo, dal Futurismo e da tutti gli –ismi che avevano arricchito la scena culturale anteguerra, verso un riflusso che accumuna tutta l’Europa, un “ritorno all’ordine” (come definito dai critici) e alla riscoperta delle forme e dei soggetti della tradizione pittorica, quali il ritratto o la natura morta.
Un bisogno di rinnovamento che predilige il personale, l’introspezione, gli intimi affetti.
Questo dipinto, che è insieme un interno ed un ritratto, coglie due giovani nella quieta fissità Metafisica della loro casa: la precisione del disegno (di influenza Surrealista), l’armonia dei colori, la cura prospettica, i volumi evidenziati, la presenza di alcuni oggetti (la palla, il piatto decorativo) tipici del linguaggio del Novecento, così come il gatto, tipico della tradizione, rappresentano una realtà sospesa.
Realismo Magico è la definizione data dai critici a questo momento della pittura che riassume in sè il meglio la cultura del tempo.
Lontano per una volta dalle emozioni degli amati paesaggi, Arata condensa in questo quadro tutta la sua esperienza e abilità di ritrattista: l’introspezione psicologica ben rappresenta il presente ma contiene in sé tutto il passato delle fortunate bambine.
L’effetto è straniante e vagamente inquietante nella fissità dei soggetti, debitrice dell’influsso Espressionista.
Ecco, come sempre, un autore sensibile come il petit meitre Arata raccoglie e filtra le suggestioni e gli stimoli che gli amici pittori gli portano dall’Europa contemporanea.
Francesco Arata (1890-1956)
1928, Lezione di musica
Olio su tela, 128×128 cm
Firmato in basso a destra ARATA F. XXVIII
Fondazione Vaf Stiftung