Foppolo entra nella collezione della Fondazione
E’ recentemente entrata nella collezione della Fondazione Francesco Arata questa opera del 1921 dal titolo “Foppolo”, località montana bergamasca dove alcuni suoi conoscenti andavano a villeggiare.
L’opera è un buon esempio della sua interpretazione della tecnica “divisionista” che l’artista al tempo andava sperimentando alle sue opere.
Seguendo l’insegnamento del suo maestro Cesare Tallone, insegnante all’Accademia di Brera, Arata dipinge rigorosamente en plein air, dal vero ed all’aperto, per cercare di restituire sulla tela le luci, i colori, le ombre esistenti in natura.
Il paesaggio non è più concepito come una veduta scenografica, basata su rigide norme compositive e prospettiche, ma come unità armonica di accordi luminosi e cromatici, studiati dal vero e resi con una pittura sempre più attenta a ricreare l’aspetto visivo, l’impressione lasciata dalla realtà sull’artista.
La natura ed il paesaggio sono sottoposti ad un processo di ricostruzione pittorica volto ad esprimere sia il valore oggettivo del dato visivo, sia la sua risonanza emotiva e soggettiva.
Le nuove potenzialità espressive offerte dalla tecnica divisionista (di piccole e minute pennellate di colori puri accostati) aprono ad un rinnovamento della pittura di paesaggio e, soprattutto, all’esaltazione della luce come elemento chiave della concezione dell’opera: la luce da fatto fisico assume valenza spirituale, emozionale e simbolica.