La Fondazione
Perchè la Fondazione
Che Francesco Arata sia stato un importante esponente artistico del Novecento risiede nell’interesse che Enti istituzionali, artistico-culturali, ma anche cittadini e giovani dimostrano verso l’artista: lo avvalorano le mostre postume che hanno ospitato le opere di Arata (oltre 20 dal 1956 ad oggi) e la presenza di suoi quadri presso prestigiose raccolte quali la Galleria d’Arte moderna del Comune di Milano, la Fondazione Cariplo, la Fondazione Cariparma e Piacenza, il Museo Civico di Cremona (Ugolani Dati), il Museo Civico di Novara (galleria Giannoni), la Fondazione Dalmine, il Museo Civico di Crema, le chiese parrocchiali di Castelleone e Corte Madama, la Camera di Commercio di Cremona, la Libera associazione agricoltori di Cremona, la Provincia di Cremona e da ultimo il MART (Museo di Arte Moderna di Trento e Rovereto, collezione VAF).
Con queste motivazioni nel 2018 i figli del pittore Pietro, Gian Maria e Mariarosa hanno dato vita ad una Fondazione col fine di tutelare, conservare e diffondere la memoria dell’artista.
I figli dell’artista hanno donato alla Fondazione la casa natale di via Arata 3, Castelleone, con l’obiettivo di renderla una casa-museo: attraverso il recupero dell’abitazione del pittore si vuole creare un luogo di fruizione di storia, tradizione e cultura artistica.
Le opere e l’interesse che molti manifestano per l’arte di Arata sono il segno tangibile che questo pittore debba essere conosciuto, vissuto ed ascoltato, soprattutto dalle nuove generazioni, perché impronta indelebile dell’arte e dell’architettura del Novecento cremonese.
Le opere di Francesco Arata non sono solo l’espressione di un artista molto legato al proprio territorio, ma attraversano tutti i principali movimenti artistici del Novecento, che il pittore frequentava e con i quali si confrontava: un esponente a tutto tondo, per la qualità delle opere e le frequentazioni artistiche, della sua epoca.
Vale una citazione del pittore cremasco Carlo Fayer, che scrivendo dei suoi ricordi di Francesco Arata, così annota: “Castelleone, un quieto borgo segnato dall’arte (lo scrittore Virgilio Brocchi lo definiva l’isola sonante nel mare delle biade) è un luogo eccezionale: poeti, letterati, artisti, musici ne determinarono per più d’un secolo l’ambiente culturale.
Non sarà facile spiegare come una piccola società provinciale, piuttosto chiusa in se stessa, condizionata dai ritmi lenti delle stagioni agricole, abbia potuto esprimere un tale clima artistico”.
Non si può capire l’artista Arata senza tenere conto dell’attaccamento affettuoso alla sua famiglia e al suo paese, al quale tornava sempre dopo i suoi viaggi per l’Italia e l’Europa, e dopo l’assidua frequentazione degli ambienti culturali milanese e veneziano.
È un attaccamento che significa consapevolezza delle proprie radici e dei saldi valori che formano l’uomo adulto, e lo dimostrano i numerosi paesaggi che l’artista ritrae più e più volte nel corso della sua quasi cinquantennale carriera.
Arata non ha avuto una vita facile: orfano di padre a due anni, nel 1918 perde in guerra l’unico fratello, e siamo sotto il monumento ai caduti.
Le sue radici lo rendono un artista solido nelle proprie convinzioni, che conosce e frequenta le varie avanguardie e movimenti che agitano l’ambiente culturale milanese, ma rimane sostanzialmente fedele ad una pittura che è espressione del rapporto diretto ed empatico col soggetto che ritrae, siano paesaggi o figure, senza filtri ideologici come il Futurismo o filosofici come la Metafisica.
E nello stesso tempo ne fanno un artista severo e attento, che non cerca nella propria pittura quelle scorciatoie che ne facilitano l’esecuzione, ma opera sempre ostinatamente en plein air, all’aperto, estate ed inverno, come i più anziani del paese ricordano.
Il risultato sono quadri vivi, soffusi di poesia, perché Arata ricercava paziente nel soggetto le sue caratteristiche più intime, siano i paesaggi terrosi di Castelleone o le luminose viste veneziane, e nei ritratti, che colgono la psicologia del soggetto, come vedrete nella raccolta della casa-museo.
SCOPI DELLA FONDAZIONE
La Fondazione ha la finalità di pubblica utilità di conservare la memoria, tutelare, promuovere, studiare e divulgare l’opera artistica del pittore Francesco Arata, e ha sede in Castelleone, via Arata n. 3.
Lo scopo della Fondazione è perseguito mediante lo svolgimento dell’attività di promozione e divulgazione dell’opera artistica di Francesco Arata, sia ai fini conoscitivi che formativi per la scuola dell’arte, mediante l’organizzazione di mostre, dibattiti, convegni, pubblicazioni di riviste, tesi, studi nel campo della cultura, dell’arte e della critica sull’opera dell’artista ed il suo tempo, e la catalogazione, la conoscenza e l’archiviazione dell’opera artistica di Francesco Arata, al fine di una corretta conoscenza e tutela, al fine di favorire e incrementare l’attività di coloro che si dedicano allo studio ed alla conoscenza dell’arte, della quale l’opera di Francesco Arata è espressione rilevante.
Nelle attività della Fondazione sono comprese le seguenti iniziative:
- lo scambio di informazioni e l’intrattenimento di rapporti con Musei, Enti, istituzioni pubbliche e private, anche internazionali, per la diffusione dell’opera ed il perseguimento delle finalità della Fondazione;
- l’uso delle immagini delle opere, la cessione delle opere in affitto e/o in comodato d’uso, nonché la loro donazione ad Enti e Musei finalizzata all’esposizione;
- il recupero della casa natale e dello studio inteso come luogo di ricerca, conservazione e valorizzazione dell’opera dell’artista, al fine di promuovere attività didattiche e culturali;
- l’acquisto di opere dell’artista, o di altri autori a lui contemporanei, ritenute fondamentali per le finalità della Fondazione;
- rilasciare, previo esame, dichiarazioni di autenticità ai possessori di opere di Francesco Arata, e nel contempo promuovere ogni azione, anche legale, contro la falsificazione ed altri illeciti.
LA CASA MUSEO
La conoscenza diretta della figura artistica di Francesco Arata può avvenire mediante la visita alla casa natale, il luogo abitato dal pittore per tutta la vita.
Situata nella via a lui dedicata, la casa natale è stata oggetto, negli anni seguenti la nascita della Fondazione, del recupero di alcuni vani per ospitare la raccolta d’arte donate dalla famiglia alla casa-museo: le opere esposte sono significative, per qualità e numero, della produzione artistica di Arata ed illustrano efficacemente l’evoluzione stilistica del pittore.
Per l’edificio si è trattato di un recupero edilizio molto rispettoso, che ha inteso conservare i locali vissuti dall’artista completi degli arredi originali: le stanze recuperate sono state dotate di un sistema di illuminazione adatto a valorizzare i quadri appesi (50 olii e 80 disegni).
I lavori a tutt’oggi eseguiti sono stati finanziati con mezzi propri senza alcun contributo pubblico.